giovedì 8 aprile 2010

Come si crea un fumetto?

La realizzazione di un Fumetto comprende diversi passaggi, che partono dall’idea fino ad arrivare alla stampa:

  • soggetto, la trama sintetizzata della storia. Formalmente identico a quello usato per qualsiasi mezzo narrativo, dal romanzo al cinema;
  • sceneggiatura, la descrizione dettagliata di tutta la storia. La sceneggiatura comprende la descrizione di luogo e tempo dell’azione, dell’azione stessa, dei dialoghi, delle didascalie e delle onomatopee. Sovente include indicazioni sulle inquadrature e sul numero di vignette in cui suddividere la tavola. Ogni sceneggiatore usa indicazioni e metodi di scrittura diversi;
  • documentazione, tutto il materiale, sia visivo che testuale, necessario alla realizzazione dell’opera. Vengono spesso usati riferimenti fotografici, nel caso di fumetti con ambientazioni realistiche, documenti storici, iconografici, etc.;
  • studi, tutti i disegni preparatori, che comprendono la visualizzazione di ambienti e personaggi. Particolarmente importanti quelli relativi ai personaggi principali, che devono essere perfettamente definiti, per risultare riconoscibili da vignetta a vignetta. Fondamentali gli studi di costumi e ambientazione nel caso di fumetti storici.
  • storyboard, la prima visualizzazione della storia. Ogni tavola viene disegnata, vignetta per vignetta, in maniera approssimativa, per scegliere le migliori inquadrature e valutare l’ingombro visivo del testo (balloon, didascalie, onomatopee). In questa fase vi possono essere modifiche anche sostanziali alla sceneggiatura, come cambi di inquadratura, accorpamenti di sequenze o scomposizione di vignette;
  • matite, si procede quindi ad un ulteriore definizione. Lavorando su un formato uguale o più grande di quello di stampa, la tavola viene disegnata in ogni dettaglio;
  • inchiostrazione, le matite vengono ripassate a china. Gli strumenti più usati sono il pennello di martora, pennini, pennarelli. La quantità di neri pieni, e lo spessore del tratto varia molto, in base allo stile di disegno;
  • colorazione, al disegno in bianco e nero vengono aggiunti i colori. Quasi tutti i fumetti oggi vengono colorati con l’uso di software. Gli strumenti più usati oltre al computer sono acquerelli ed ecoline;
  • lettering i testi vengono apposti nei balloon e nelle didascalie in buona grafìa, operazione eseguita a mano fino alla fine del secolo scorso, oggi il lettering è realizzato al computer, tranne in alcuni casi particolari;

A queste fasi si aggiungono tutte quelle relative alla produzione di una rivista o di un libro: la correzione delle bozze, l’impaginazione grafica, la produzione di testata e copertina. Il tutto coordinato da un supervisore, che può essere un editor (supervisore del progetto), o l’editore stesso.

Le diverse fasi della produzione possono essere svolte dalla stessa persona o da diverse figure che collaborano alla realizzazione del prodotto finito. Nelle grandi case editrici che producono periodici (riviste o albi di serie) a cadenza fissa, il processo è suddiviso piuttosto rigidamente in diverse figure professionali. La suddivisione più frequente è quella tra sceneggiatore (soggetto, sceneggiatura), disegnatore (storyboard, matite), inchiostratore (chine), colorista (colorazione) e letterista (lettering).

Al di fuori delle logiche produttive vincolate a scadenze fisse e grandi apparati redazionali, tutti i ruoli possono essere suddivisi più liberamente, e spesso i diversi gradi di definizione di sceneggiatura e storyboard variano molto, in base al tipo di rapporto che esiste tra sceneggiatore e disegnatore e la loro possibilità di comunicare direttamente.

Nel caso che tutto il lavoro sia compiuto da una sola persona, detto solitamente autore, alcune fasi possono essere abbreviate o saltate completamente. Nel caso delle autoproduzioni non è raro che l’autore si occupi di ogni fase, compresa la distribuzione e la vendita.

la storia del fumetto

La storia di questo linguaggio, fenomeno del XX secolo ma con radici nel secolo precedente, può essere fatta risalire all'epoca delle caverne, quando cioè i primi esseri umani realizzarono i graffiti per raccontare le loro battute di caccia ed episodi di vita quotidiana. Quello che guarda caso (specie per la seconda situazione) fanno i comics, o strips che dir si voglia.

Il personaggio che ha dato il via all'industria del fumetto statunitense come fenomeno di massa è stato Yellow Kid, il bimbo vestito di giallo nato dalla fantasia di R.F. Outcault (che lo ideò a beneficio degli adulti, poiché sono gli adulti a comprare i giornali), che a tutt'oggi dà il suo nome a un importante premio italiano del fumetto. Ma ormai da molti anni, a seguito di approfondite ricerche scientifiche sul medium, il fumetto moderno si considera partire ben prima, dall'intuizione narrativa dell'autore ginevrino Rodolphe Töpffer che, tra il 1827 e il 1833, ha creato e pubblicato, sia in Svizzera che in Francia, quelle che si possono considerare le prime vere storie a fumetti (opere di letteratura disegnata) dell'epoca moderna. Va citato anche il lavoro "Max und Moritz" del tedesco Wilhelm Busch, precursore del filone dei monelli pestiferi nei fumetti.

Tra i primi e più innovativi autori di inizio Novecento, vanno citati, oltre a Outcault, Winsor McCay, Lyonel Feininger, George Herriman e Gustave Verbeek.

Da allora in poi, grazie ai quotidiani prima e alle riviste pulp poi, che da raccolte di racconti, lentamente, sono diventate il principale mezzo di diffusione di questo nuovo genere, il fumetto ha raggiunto una buona popolarità, pur restando, in alcuni paesi, un mercato di nicchia.

che cos'è il fumetto?

Il fumetto è un linguaggio costituito da più codici, tra i quali si distinguono principalmente quelli d'immagine (illustrazione: colore, prospettiva, montaggio...) e di temporalità (armonia, ritmo, narrazione...).

Will Eisner definisce il fumetto come "arte sequenziale".

Poiché il fumetto è in larga parte utilizzato a fini narrativi, esso è spesso definito "letteratura disegnata"; in realtà, il fumetto può essere utilizzato anche a scopi non narrativi: ad esempio, per una ricetta di cucina, o per realizzare il libretto di istruzioni di un apparecchio. Un esempio concreto di uso non narrativo del fumetto è il volume Capire il Fumetto - L'arte invisibile, saggio scientifico sul fumetto realizzato interamente a fumetti da Scott McCloud.

Interessante è la definizione che dà lo stesso McCloud: «Immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza, con lo scopo di comunicare informazioni e/o produrre una reazione estetica nel lettore»[1]. In ogni caso, appartiene a pieno titolo alla categoria delle più moderne arti visuali, in un'era che - privilegiando l'immagine sopra tutto - è in grado di accostare la visionarietà pop di Andy Warhol alla grazia e alla poesia dell'art déco e dell'art nouveau, per approdare al (relativamente) recente fenomeno del vintage.

In poche parole, il fumetto, nato per gli adulti (come si vedrà più avanti), diventato poi territorio per l'infanzia, è quindi tornato a essere patrimonio di una fascia non esclusivamente giovanile. Nonostante l'espandersi di altri mezzi di comunicazione di massa, accompagna ancor oggi - fino a dettarne in molti casi ritmi, tempi e modi (o quantomeno limitandosi a registrarne il divenire) - il vivere (ed il convivere) quotidiano.

Il termine "fumetto" si riferisce alle "nuvolette", simili a sbuffi di fumo, utilizzate per riportare il dialogo tra i personaggi (detti in inglese balloon). Per diverso tempo, soprattutto in Italia, furono utilizzate delle didascalie in calce a ciascuna vignetta, spesso costituite da due ottonari in rima baciata; solo successivamente vennero utilizzati i veri e propri "fumetti" (anche se ci sono utilizzi precedenti).

Negli USA e nei paesi anglofoni i fumetti sono indicati come comics, in Giappone vengono chiamati manga ("immagini derisorie" o "senza senso"), in Francia sono chiamati bande dessinée ("strisce disegnate"). Curiosamente, nei paesi di lingua spagnola del Sud America, come ad esempio l'Argentina, viene usato maggiormente il termine historieta, mentre in Spagna il termine più diffuso è tebeo (derivato dal nome del più famoso giornale di fumetti pubblicato nella penisola iberica, il TBO).